L’impresa – Un appello alla PA virtuosa
- 11 novembre 2015 Notizie Rassegna Stampa
di Nicolò Boggian
Come Forum della Meritocrazia siamo contenti della crescita delle aziende che hanno partecipato all’indagine 2015 e contiamo di vederne aumentare il numero anche nel 2016. Dall’analisi dei dati, che registrano un aumento della soddisfazione sulla competenza del management e un calo della sensazione che vi siano favoritismi nel proprio ambiente di lavoro, possiamo affermare che vi stia crescendo l’interesse sui temi della valorizzazione del capitale umano e della meritocrazia, soprattutto nelle aziende esposte alla concorrenza internazionale che hanno la maggior parte del loro business all’estero e nelle Pmi. Mantenendo un trend di questo tipo in 3/5 anni le aziende italiane migliori potranno raggiungere su questi temi i loro competitors esteri e, tramite una maggiore cultura della credibilità, dell’equità e del rispetto, arriveranno anche migliori risultati economici.
Attenzione alle soft skill
Sull’unico item del modello che non migliora, anzi arretra leggermente – il giudizio sulla meritocrazia come criterio alla base delle assunzioni – la sensazione è che le aziende italiane sottovalutino valori, attitudini e personalità dei candidati, sovrastimando l’importanza di competenze tecniche, contestuali o i privilegi di sgravi contributivi.
Questo atteggiamento seppur porti a leggeri vantaggi nel breve periodo diminuisce il potenziale di crescita nel medio lungo termine e diminuisce la fiducia e la coesione interna alle organizzazioni. Pensiamo, invece, che una maggiore innovazione nei processi di recruiting e un ruolo diverso della funzione Hr, più attenta alle life skills, potranno invertire questo trend in futuro.
Dove il merito non è di casa
Si allarga, invece, il gap dalle nostre osservazioni con le organizzazioni che lavorano solo per il mercato interno, in primis la Pubblica amministrazione, ferme a livelli di percezione di meritocrazia compresi tra il 19% e il 40%.
Per queste organizzazioni i temi della misurazione del clima aziendale e della percezione della meritocrazia restano punti, nel migliore dei casi, poco strategici o addirittura elementi da nascondere per non scompaginare strutture di potere ed abitudini consolidate. Anche di fronte alla possibilità di partecipare gratuitamente all’analisi senza grande sforzo organizzativo non siamo ancora riusciti a coinvolgere un solo ente pubblico o azienda partecipata, limitandoci quindi a stimare il loro posizionamento tramite un campionamento casuale di dipendenti pubblici. Purtroppo, la mancanza di competizione e la rigidità delle regole del diritto del lavoro sommati tra loro sembrano minare alla base la possibilità di creare dei contesti meritocratici. Pur di fronte a questi risultati deludenti, il Forum della Meritocrazia continuerà con impegno immutato a stimolare questo mondo un po’ statico e provinciale, sperando in un crescente sostegno delle istituzioni e dell’opinione pubblica.