L’impresa Online – Come trasformare le aziende italiane in “great company”

I risultati di un'indagine Forum della Meritocrazia, Great Place To Work Italia, Doxa 2.0 con il contributo di AIDP.

A cura di Giorgio Neglia  
Come trasformare le aziende italiane in great company e recuperare competitività. E' questo il tema affrontato da una recente ricerca condotta dal Forum della Meritocrazia insieme a Great Place To Work Italia, Doxa 2.0, con il contributo di AIDP, per ottenere una fotografia della percezione dei dipendenti della meritocrazia e della capacità di leadership nel valorizzare il capitale umano e creare spirito di team in impresa.

L'indagine "Leadership & meritocrazia" è stata condotta su aziende di matrice culturale italiana che operano sia in ambito nazionale sia internazionale. Lo studio è stato realizzato, chiedendo al personale della aziende che hanno aderito all'iniziativa di partecipare ad un'indagine on-line con questionario di 12 affermazioni basate sul modello Leadership Meritocratica e Trust Index©. Dallo studio emergono dati non proprio confortanti sulla percezione dei lavoratori della meritocrazia nelle organizzazioni. I quasi 16mila rispondenti esprimono una valutazione piuttosto critica. Il gap sulla percezione generale della meritocrazia è del 16% rispetto alle 35 aziende Best Italia, del 24% rispetto alle 25 Best Europe, del 25% rispetto alle 25 Best Global. Un'ulteriore analisi, condotta da Doxa 2.0 su un campione del settore pubblico e privato, misura un gap pari addirittura al 50 per cento.
 
"In Italia sono ancora pochi i manager in grado di sviluppare alti livelli di meritocrazia all'interno delle aziende – commenta Alessandro Zollo, CEO di GPTW Institute Italia – . In ambito internazionale ci sono processi di selezione più moderni, in grado di garantire aspettative di crescita soprattutto ai giovani, mentre nel nostro Paese si lavora troppo sulle relazioni". Ricordiamo, a questo proposito, i dati Isfol sui canali di accesso al lavoro: più del 30% dei lavoratori ha trovato il proprio impiego attuale grazie alla segnalazione di qualche conoscente (40% nel caso dei giovani), mentre le agenzie per il lavoro pubbliche e private intermediano, nel complesso, il 10% delle posizioni.  Si registra, inoltre, un esercizio del comando basato sul controllo, che penalizza le imprese nel tempo: all'aumentare della permanenza in azienda la forbice di percezione, tra chi lavora in ambienti favorevoli e chi no, aumenta vistosamente. Per vincere la guerra dei talenti il management italiano è quindi chiamato ad un cambio di mentalità. "E' necessario creare le condizioni organizzative ottimali affinché il team possa lavorare al meglio, in autonomia, dando fiducia e responsabilità. Bisogna migliorare i meccanismi di comunicazione diretta e valorizzare i giovani".

"A livello di sistema Paese paghiamo caro questo gap culturale rispetto ai competitor internazionali", ci spiega Nicolò Boggian, Direttore del Forum della Meritocrazia. Basta ricordare il recente Human Capital Report elaborato dal World Economic Forum che disegna la mappa della competitività mondiale in base al capitale umano. L'Italia è al 37° posto, sopravanzata dai paesi del Nord Europa, dagli Stati Uniti ma anche da paesi come la Slovenia, la Repubblica Ceca, Cipro e persino dal Cile e dalle Barbados. La meritocrazia è l'elemento più sfidante nel promuovere una cultura aziendale people oriented, perché implica sanzionare indirettamente il demerito, cosa scomoda e impopolare. Per questo, "il Forum sta agendo su vari fronti: quello dei board dove si determinano le decisioni, quello dei giovani da valorizzare e incoraggiare, fino a quello della PA e del governo  a cui va riconosciuto il tentativo di cambiare le regole per liberare il Paese da un immobilismo causato spesso, per l'appunto, da persone arrivate in posizioni di grande responsabilità non per merito".

Per maggiori informazioni e per scaricare i principali risultati della ricerca:
Forum della Meritocrazia – http://www.forumdellameritocrazia.it/
Great Place to Work Italia – www.greatplacetowork.it

Anche tu puoi contribuire al riconoscimento del merito