L’impresa – Meritocrazia nella nuova Rai

La rivista l'Impresa pubblica un articolo con le proposte del Forum della Meritocrazia

Il prossimo Consiglio dei Ministri ha in agenda la riforma della Rai, un’occasione per il premier Matteo Renzi di portare più merito nella nuova Rai, a partire dai vertici in imminente scadenza. Ma cosa significa “portare più merito”?

Secondo il Governo, il Cda Rai dovrebbe essere “più ristretto, con una maggioranza eletta dal Parlamento in seduta comune e con un membro espressione dei dipendenti Rai”. Nessun sorteggio, come proposto dal Movimento 5 Stelle, perché “devono essere i più bravi a gestire l’azienda”.

Centro di potere o di talento?

Nel prossimo Consiglio dei Ministri si dibatterà, dunque, della governance della Rai; governance che contempla i sistemi di amministrazione (duale o monistico), il numero dei componenti del Cda e i diritti di nomina dei componenti stessi, i criteri di scelta dei componenti del Cda, la gestione delle deleghe. La governance è sovente argomento di dibattito tra i soci delle imprese, che considerano i Consigli di amministrazione soprattutto centri di controllo e di potere.

Non stupisce che anche nel caso del Cda Rai i “Soci delegati” (Parlamento e Governo) e tutti i portatori di interesse in Rai si confrontino animatamente sulla governance della società: anche per molti di loro il Cda della Rai è un centro di potere e di controllo. Pochi stanno dibattendo, invece, su come garantire che siano “i più bravi a gestire l’azienda Rai”, dimenticando che una buona governance societaria è indubbiamente necessaria al buon funzionamento dell’impresa stessa, ma non è sufficiente a garantire il perseguimento con successo dell’oggetto sociale, vero interesse dei “soci” della Rai, i Cittadini. Infatti, la presenza dei più bravi, i cosiddetti “talenti”, nelle posizioni organizzative chiave di un’impresa, a partire dagli organi di amministrazione e controllo delle imprese, contribuisce a migliorare le performance delle imprese stesse e a garantire il perseguimento con successo dell’oggetto sociale dell’impresa da loro amministrata.

Le 5 proposte del Forum

Il Forum della Meritocrazia (FdM), associazione no profit che ha l’ambizione di rendere l’Italia una comunità meritocratica in cui i valori del merito, distinguibili nell’eguaglianza delle opportunità e nel riconoscimento dei meriti individuali, siano pienamente condivisi e praticati, ha recentemente avviato l’iniziativa Meritocrazia nei Cda. L’obiettivo è quello di portare i più bravi, i cosiddetti “talenti”, a sedere nei Cda delle imprese pubbliche, private, quotate e non quotate, per far sì che l’impresa promuova, a partire dal vertice, l’uguaglianza delle opportunità, il riconoscimento del merito e per consentire alle imprese stesse di poter competere con successo in un mercato sempre più globale.
Ecco i cinque i principi che, secondo il FdM, stanno alla base dell’impresa meritocratica e quindi dovrebbero essere tenuti in considerazione anche per la riforma dell’azienda Rai:

  1. la meritocrazia deve partire dal vertice dell’impresa, vale a dire dall’organo di amministrazione (Cda) ed essere successivamente e coerentemente diffusa a tutti i livelli organizzativi;

  2. il Cda si impegna ad effettuare la valutazione delle proprie performance quantitative e qualitative (board performance assessment) almeno ogni 12 mesi; il board performance assessment deve prevedere: la definizione, ad inizio anno, degli obiettivi quantitativi e qualitativi; almeno un monitoraggio durante l’anno dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi predefiniti; la verifica dei risultati conseguiti dopo 12 mesi rispetto agli obiettivi definiti ad inizio anno;

  3. il Cda si impegna a informare gli azionisti dei risultati della valutazione delle proprie performance di cui al principio 2.;

  4. il presidente del Cda e/o, laddove presente, il Comitato Controllo e Rischi, e/o, laddove presente, il Lead Indipendent Director è/sono responsabile/i del processo di valutazione delle performance riportato nel principio 2.;

  5. i criteri e il processo di elezione dei membri del CdA devono tener conto anche dei risultati del processo di valutazione delle performance riportato nel principio 2.

L’auspicio è che i “soci” (Cittadini), i “soci delegati” (Parlamento e Governo) e tutti i portatori di interesse in Rai contribuiscano a portare una buona governance societaria, ma anche più merito, affiancando ai criteri di scelta dei membri del Cda Rai fino a oggi utilizzati (di relazione, tecnocratici, di competenze e di genere) quelli meritocratici per garantire che siano i più bravi, i talenti, a entrarvi.
Così facendo la Rai potrà perseguire con successo il proprio oggetto sociale, competere con successo in un mercato sempre più globale e così soddisfare i propri “Soci”, i Cittadini italiani.

Forum della Meritocrazia

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