Ecco dove vince la meritocrazia

Più meritocrazia uguale più produttività? Un analisi dell'Italia come Paese secondo l’associazione no profit Forum della Meritocrazia

di Enzo Riboni

Come Paese l’Italia, secondo l’associazione no profit Forum della Meritocrazia che ha realizzato il Meritometro, ha un indice molto basso: 23,4 punti contro i 52,3 della Germania, i 41,5 della Francia e i 35,1 della Spagna. Fatta poi 100 la produttività dei singoli Paesi Ocse nel 2000, nel 2015 l’Italia resta allo stesso valore, mentre gli Usa salgono a 124, Germania e Spagna a 116 e Francia a 114.
Proprio il Forum della meritocrazia ha così voluto scendere dal livello Paese – in cui sembra confermato il legame tra produttività e meritocrazia – a quello aziendale per sondare quanto il merito venga riconosciuto e promosso nelle imprese italiane. Ha così affidato un’indagine a Great place to work, che ha sondato un campione rappresentativo di 786 lavortori del settore privato e di 345 del pubblico.

Per quanto sia convinzione comune che il vero vulnus della meritocrazia stia nella pubblica amministrazione, i risultati della ricerca svelano che le aziende private non si comportano molto meglio. Se infatti solo il 19% dei dipendenti ritiene che sia valorizzato il merito nel pubblico, nel settore privato i lavoratori soddisfatti non superano il 24%.

«Se però si prendono in considerazione soltanto le 49 aziende private che hanno con noi un rapporto consolidato e che hanno somministrato per loro iniziativa i questionari ai dipendenti – commenta il direttore generale del Forum Nicolò Boggian – allora la situazione migliora decisamente, perché la percentuale di lavoratori che vede un’opera concreta nella promozione della meritocrazia sale al 56%. E tra le aziende più virtuose ci sono in particolare le Pmi presenti sui mercati esteri». Se poi ci si restringe ulteriormente sulle 40 imprese che entrano nella classifica di migliori posti in cui lavorare, le percentuali schizzano in alto. «Il 73% dei dipendenti – conferma il Ceo di Great place to work Alessandro Zollo – riconosce che le proprie aziende prendono in considerazione il parere dei lavoratori e favoriscono la meritocrazia». Tornando al campione generale, secondo i dipendenti troppo spesso i manager sono il vero problema. 
Solo il 21%, infatti, ritiene che i capi «mantengono le promesse» e un ancor più basso 18% ammette che «le promozioni vanno a chi le merita di più».

Si parlerà dell’argomento il 27 ottobre alle 18 al Palazzo delle Stelline di Milano.

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