Dossier Meritometro

I dati del Meritometro 2016 confermano che il nostro Paese non ha trovato ancora una via solida per diventare un contesto più meritocratico.

PERCHÉ PREMIARE CHI SE LO MERITA

di Nicolò Boggian
Qualche passo avanti nel 2015 in qualche area (Libertà economica), viene quasi annullato da arretramenti in altre (Sistema delle Regole). In queste condizioni ho forti dubbi che il Paese possa crescere e gestire in modo positivo l’alto livello di debito pubblico. Come Forum della Meritocrazia ci stiamo impegnando al massimo delle nostre forze per diffondere la Cultura del Merito a partire dalle Scuole, passando per le Aziende e i Consigli di Amministrazione, ma la strada per mettere questo punto in cima all’attenzione dell’Opinione Pubblica e dell’Agenda Politica è ancora lunga. In generale la sensazione è che la Meritocrazia venga esclusivamente abbinata al tema della selezione della classe dirigente. Il rifiuto del nepotismo e del clientelismo è senz’altro un punto importante, che mi sembra in netto miglioramento, ma per creare un contesto meritocratico la selezione dei Leader è parte necessaria, ma non sufficiente. Si tratta invece ora di cambiare le regole del gioco in modo da creare un contesto più libero e trasparente in cui le Persone trovino regole chiare e uguali per tutti in modo che vengano premiati decisamente i propri Meriti. Il sistema italiano è invece, che si tratti di mercato del lavoro, di pensioni o di tassazione, ancora tremendamente frammentato con migliaia di privilegi intollerabili e altrettante ingiustizie.
A farne le spese sono soprattutto le nuove generazioni su cui si scarica il peso di decenni di gestione poco lungimirante. Qualche passo avanti si vede invece nella generale diminuzione della differenza di Genere. La circolazione dei Talenti è un punto importante su cui lo Stato potrebbe fare di più rinforzando i benefici fiscali per chi rientra e per le aziende che li assumono. Sempre lo Stato dovrebbe ricompensare maggiormente chi all’interno della Pubblica Amministrazione ha buoni risultati. Dai nostri studi si vede che nell’Istruzione, nei Tribunali e nella macchina amministrativa c’è un altissima variabilità di risultati, con casi di eccellenza, che vanno riconosciuti, premiati e portati a sistema.

UNA SFIDA PER L’INTERO PAESE

di Giorgio Neglia
Iniziamo guardando all’Europa. Nell’insieme, rispetto allo scorso anno, il merito nel vecchio Continente cresce, anche se di poco. Sette paesi su dodici vedono aumentare le proprie performance. Oltre a qualche fisiologico segnale di rallentamento tra i primi della classe, si registra un lieve quanto interessante aumento delle performance dei paesi “più deboli” quali la Spagna e la Polonia, con l’Italia ferma in ultima posizione.
Rispetto allo scorso anno, i differenziali italiani rispetto ai nostri tradizionali competitor restano ancora molto elevati: venti punti dalla Francia, più di venticinque dalla Gran Bretagna e trenta dalla Germania. Siamo, inoltre, stabilmente in ultima posizione su tutti i pilastri misurati dal Meritometro. I maggiori gap, rispetto ai valori medi europei, si registrano sui pilastri trasparenza, regole, libertà e pari opportunità.
La situazione di sostanziale stallo del nostro Paese (+0,06%) è frutto di alcuni miglioramenti sul fronte delle pari opportunità, della libertà e della trasparenza, compensati da un contestuale peggioramento sugli altri pilastri. Nel complesso, si può affermare che il forte divario che separava il nostro Paese dalle realtà più meritocratiche nel corso dell’ultimo anno non accenna a diminuire. Al di là delle dichiarazioni di principio e dei proclami, la situazione di deficit “strutturale” sul merito richiede un approccio serio, una programmazione mirata alla quale fare seguire interventi e misure incisivi con azioni vigorose, coerenti, sistemiche e integrate. 
Per questo già lo scorso anno, in occasione della presentazione della prima edizione del Meritometro al Senato della Repubblica, il Forum della Meritocrazia ha proposto agli interlocutori istituzionali un’agenda del merito articolata in cinque punti: 
1. avvio di un programma di educazione civica al merito, 
2. attivazione di un “presidio stabile” per misurare l’impatto meritocratico dei provvedimenti legislativi, 
3. potenziamento della legge sul controesodo dei talenti, 
4. introduzione di un premio alle aziende più attive nella valorizzazione del capitale umano, 
5. istituzione di un percorso di mentoring universitario strutturato. 
Tutte iniziative da avviare con urgenza, ma sulle quali siamo, purtroppo, ancora in attesa di una risposta. Da ultimo, una considerazione di metodo. La sfida della diffusione della cultura meritocratica si vince facendo sistema, per questo è necessario che gli sforzi di tutti gli attori siano essi pubblici, privati o appartenenti al mondo dell’associazionismo siano messi a fattor comune nel quadro di una rinnovata azione propositiva, che ci auguriamo che i leader del nostro paese vogliano intraprendere anche grazie al supporto del Forum della Meritocrazia.

Anche tu puoi contribuire al riconoscimento del merito