Aldai – Lo spread del merito che penalizza l’Italia

L’Italia è il Paese europeo con il più basso livello di meritocrazia. Nella classifica del Vecchio Continente i Paesi dove è più forte la cultura del merito sono quelli scandinavi, seguiti da Germania, Gran Bretagna e Francia. Sono questi i risultati del “Meritometro”, il primo indicatore quantitativo, interamente elaborato in Italia dal Forum della Meritocrazia in collaborazione con pool di esperti dell’Università Cattolica di Milano. L’indice di sintesi e misurazione dello “stato del merito” di un Paese permette un raffronto e aggiornamento periodico dei dati.

tratto dall'editoriale "Dirigenti Industria"
di Romano Ambrogi

La Penisola è, purtroppo, in ultima posizione, con un punteggio di 23,3 pari a meno della metà della Finlandia (67,7) paese europeo più virtuoso, ma anche inferiore di oltre dieci punti alla Polonia (38,8) e alla Spagna (34,9). 
Il tema è di grande rilievo per i manager e per le aziende, che basano proprio sul merito il loro successo. Il Meritometro è una novità assoluta tra gli strumenti di valutazione delle principali istituzioni di ricerca socio-economica internazionali. Come è costruito? Si basa su sette pilastri, considerati prioritari a livello mondiale: libertà, pari opportunità, qualità del sistema educativo, attrattività per i talenti, regole, trasparenza, mobilità sociale. Ciascun pilastro è misurato attraverso uno o più indicatori quantitativi ricavati dalle principali statistiche ufficiali. 
I pilastri della libertà e della mobilità sociale registrano le maggiori disparità tra i Paesi, in entrambi i casi l’Italia si trova in ultima posizione. Un triste primato. La scarsa mobilità sociale significa che il censo alla nascita rappresenta ancora una barriera, spesso insormontabile per migliorare la propria condizione, specie attraverso gli studi. E questo nonostante la nostra Costituzione (articolo 34) proclami che “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Ma non basta. In base al Meritometro siamo indietro, insieme a Polonia e Spagna, anche sul fronte regole e trasparenza. Un altro aspetto basilare per aziende e dirigenti. Regole e trasparenza, infatti, significano libera concorrenza e apertura del mercato. 
Altri pilastri importanti sui quali l’Italia deve recuperare terreno sono l’attrattività per i talenti e le pari opportunità. Per quanto riguarda la qualità del sistema educativo, il pilastro presenta valori sostanzialmente omogenei tra i vari paesi, pur mantenendosi una marcata supremazia dei paesi del nord Europa e la costante ultima posizione per l’Italia. Nel complesso, la posizione del nostro Paese nel raffronto europeo è sconfortante. Siamo ultimi nella classifica generale, ma anche nelle classifiche relative ai singoli pilastri.
La fotografia complessiva per la Penisola è quella di un Paese che non consente un’adeguata valorizzazione del merito. La ricerca ci indica come una società sostanzialmente “opaca” nei meccanismi di selezione, con una bassa mobilità e un sistema di regole poco chiaro e trasparente. Sono tutti elementi che richiedono una decisa azione per recuperare uno spread culturale e operativo preoccupante, che getta una seria ipoteca sulle prospettive di crescita del Paese.
N.B. La versione integrale del Meritometro è disponibile nel sito del Forum della Meritocrazia.

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