Identità Sociale, Censo, Classi e Tribù
- 26 maggio 2017 Notizie
Riflessioni di Fabio Filocamo
Come ogni anno, il Rapporto Annuale ISTAT illustra la situazione del Paese. L’Istituto, però, stavolta ci dice che c’è stato bisogno di cambiare lenti e filtri per un’analisi razionale della società. La fotografia è nitida, ma il panorama, purtroppo, è a tinte fosche.
Anzitutto, liberiamoci di schemi e categorie che son diventati obsoleti. Il concetto di classe sociale, che pure aveva caratterizzato il mondo a noi noto e guerre ideologiche, lascia il passo a quello di gruppi e famiglie classificati per disponibilità di ricchezza, sommando redditi da lavoro e rendite di capitale, pensioni o altro. Non è detto, ma, in buona sostanza, si torna all’antico, a una rappresentazione della società in base al censo. Perdono di significato relazioni logiche come l’istruzione quale antecedente di un’aspettativa di crescita. In realtà, titoli di studio a parte, l’ascensore sociale sembra funzioni solo in discesa.
Nell’ultimo decennio la popolazione è aumentata, ma mancano all’appello centinaia di migliaia di posti di lavoro (e almeno altrettanti si son precarizzati, dinamica in costante crescita). Soprattutto, è “scomparso” oltre un milione di giovani tra i 15 e i 34 anni. Siamo il Paese più vecchio d’Europa. Il 13,9% delle famiglie, più di tre milioni e mezzo, è senza redditi da lavoro. Il 20% delle differenze reddituali dipende dalle pensioni; per chi le ha avute, gli altri chissà. Non c’è narrativa che tenga. Il quadro è desolante.
Evoluzione demografica, crisi economica e rivoluzione tecnologica hanno reso la società sempre più frammentata e diseguale, anche all’interno degli stessi gruppi. L’identità sociale e il senso di appartenenza sono condivisi da nuclei sempre più ristretti che assomigliano più a tribù che ad altro. Urge un cambio di direzione, per il quale la politica, in verità non solo di questo Paese, non da segni di adeguatezza. E allora, in reazione a tutto ciò, sentiamo il bisogno di una parola di ottimismo. Il Paese ce la può fare, ma senza alibi e con tutte le sue forze, cioè solo con l’impegno e la partecipazione di tutti, nessuno escluso.
Twitter: FilocamoF
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