Corriere.it – Sanità, rottamati due manager su tre. Il quizzone rivoluziona le nomine

Al test bocciata la metà dei direttori in carica, altri tredici se ne vanno per limiti di età

di Simona Ravizza

Dalle loro capacità dipende il buon funzionamento degli ospedali in cui ci curiamo. È il motivo per cui sono importanti le 40 nomine dei nuovi manager sanitari, che il governatore Roberto Maroni farà entro Natale. Già da ora c’è una novità: due sue tre degli attuali vertici ospedalieri saranno rottamati. Sui 49 in carica, 13 vanno in pensione. Ma non solo: dei rimanenti — a sorpresa — la metà è stata bocciata al test psicoattitudinale che si è svolto il 5 dicembre al motto: «Più merito, meno politica nella scelta dei manager». Così gli ospedali si avviano verso un cambiamento radicale, che archivia la lunga era formigoniana nei posti chiave della Sanità lombarda .

Gli esclusi eccellenti

Dai risultati del quizzone esce una lunga lista di bocciati eccellenti. Non ha passato la prova scritta, Cristina Cantù, ex assessore alla Famiglia e lady di ferro della Lega, stimata per la sua intransigenza contro gli sprechi e le cure improprie negli ospedali. Fuori dai giochi, Pietro Caltagirone, da vent’anni al timone della Sanità. Decapitati i vertici degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), la culla della ricerca lombarda: non ce la fa Angelo Cordone, un pezzo da novanta nel Pavese, dove dirige il San Matteo; idem Gaetano Cosenza, chiamato da pochi mesi dal Piemonte per risollevare l’Istituto dei tumori. Con il pensionamento forzato per limiti di età di Luigi Macchi (Policlinico) e Pierluigi Zeli (Besta), negli Irccs non resta nessuno dei manager in carica.

Una strage. Non supera il quiz neppure Armando Gozzini (Busto Arsizio), che nelle pagelle appena consegnate dal Pirellone per valutare l’operato dell’ultimo anno era stato considerato il migliore. L’elenco degli esclusi prosegue con Giorgio Scivoletto, a capo dell’Asl di Legnano, indagato nell’inchiesta che ha portato in carcere l’ex assessore Mario Mantovani. Nella stessa indagine, ma senza risultare indagata, è stata coinvolta Daniela Troiano, alla guida dell’azienda ospedaliera di Pavia, anche lei bocciata. Fuori Enzo Brusini (San Paolo); Giovanni Michiara (Fatebenefratelli); Ermenegildo Maltagliati (Garbagnate Milanese); Danilo Gariboldi (Chiari); Cesare Ercole (Treviglio). Stessa sorte per Simonetta Bettelini (San Gerardo di Monza) e Marco Votta (Desenzano del Garda). È andata male anche per numerosi manager delle Asl, da Paolo Grazioli (Sondrio); a Roberto Bollina (Como); fino a Fabio Russo (Asl di Lodi) e Enzo Lucchini (Asl di Lecco).

Chi ce la fa

Tutti promossi i manager che nell’ambiente sanitario-politico vengono considerati i «magici cinque», ossia gli uomini destinati a tracciare le sorti della Sanità del futuro. Il test psicoattitudinale di sabato conferma sulla rampa di lancio Marco Trivelli, alla guida del più importante ospedale della Lombardia, il Niguarda, dove con ogni probabilità resterà. Un manager su cui il Pirellone punta è anche Carlo Nicora, oggi apprezzato direttore generale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Entrambi nati sotto l’ala di Comunione e liberazione, sono riusciti a farsi stimare come super-tecnici. Tra i direttori generali in quota Lega, Mara Azzi, ai vertici dell’Asl di Bergamo, è un’altra figura che sicuramente ricoprirà un ruolo di peso nelle prossime nomine, così come Giuseppe Rossi, a capo del polo ospedaliero di Lodi, conosciuto anche come «Gege», uno dei musicisti del Distretto 51, la band di Maroni. Il quinto direttore generale promosso alla prova scritta e considerato particolarmente in gamba è Enzo Belleri, a capo dei Civili di Brescia (vicino a Forza Italia). Sono andati bene anche Alberto Zoli e Marco Salmoiraghi, entrambi all’Agenzia dell’Emergenza-Urgenza. Promosso Callisto Bravi, oggi all’ospedale di Varese. Ci sono poi le new entry , destinate a fare parlare nei prossimi giorni. La lista completa dei cento promossi è pubblicata suhttp://milano.corriere.it .

Maroni ha assicurato a più riprese che per fare le nomine pescherà solo dalla lista dei promossi al quizzone (una selezione fortemente voluta dal centrosinistra all’insegna della meritocrazia). Se il governatore manterrà la parola, ci sarà una vera svolta. Con un passo indietro della politica, che per la prima volta non si affiderà solo alle pressioni dei partiti per promuovere questo o quel nome.

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