Sanità, altro che bene comune!

Meritocrazia e Sanità: il Forum della Meritocrazia ha ospitato Simona Ravizza per un dibattito su equità e competenza nel diritto alla salute

Di Anna Ponticiello

Il Forum della Meritocrazia ha concluso il suo tradizionale incontro di fine anno con una serata dedicata a uno dei temi più urgenti per il nostro Paese: la sanità pubblica. L'evento, tenutosi martedì 3 dicembre 2024 presso lo Swiss Corner di Milano, ha visto come ospite d’eccezione la giornalista del "Corriere della Sera" Simona Ravizza, che assieme a Milena Gabanelli ha scritto il libro "CODICE ROSSO", "come la sanità pubblica è diventata un affare privato" edito da Fuori Scena, che si può definire l’inchiesta più completa sulla sanità italiana.

Ha aperto la sessione la Presidente del Forum della Meritocrazia, Maria Cristina Origlia ripercorrendo le finalità e le iniziative dell'associazione ETS (Ente del Terzo Settore), per far risalire l'Italia nella classifica europea del riconoscimento del merito.

Per la presentazione introduttiva cliccare il video seguente
È seguito un dialogo con  Simona Ravizza per riflettere sull’importanza del merito nella sanità, che ha guidato i presenti attraverso una riflessione profonda e documentata su come il principio di meritocrazia – ovvero l’accesso equo alle opportunità – sia sempre più compromesso nel sistema sanitario italiano.

Per l'intervista a Simona Ravizza cliccare il video seguente
"La meritocrazia non è solo una questione di equità, ma anche di efficienza", ha dichiarato la presidente del Forum Maria Cristina Origlia "Quando le risorse non vengono distribuite sulla base delle competenze e delle necessità, ma seguono interessi particolari, è tutta la collettività a pagarne il prezzo".

I punti emersi dalla serata:

  • Defocalizzazione dagli interessi dei cittadini: Ravizza ha sottolineato come il sistema sanitario tenda sempre più a favorire logiche economiche e interessi privati, penalizzando il medico di famiglia, gli ospedali e il pronto soccorso, pilastri fondamentali della sanità pubblica.

  • Crisi nella formazione medica: un numero insufficiente di medici, dovuto a politiche di esclusione dalle scuole di specializzazione e percorsi di formazione inadeguati rispetto alle reali esigenze del sistema sanitario.

  • Nomine politiche nella gestione degli ospedali: la competenza dei direttori generali influenza direttamente le performance delle strutture sanitarie, ma spesso le nomine rispondono più a logiche politiche che meritocratiche.

Durante il dibattito, Ravizza ha evidenziato come il libro “Codice Rosso” sia un'operazione verità"Raccontare ciò che accade significa creare una base di consapevolezza da cui partire per migliorare il sistema".
Bastano poche righe per comprendere perché il libro abbia a che fare col tema della meritocrazia o, meglio, con la carenza endemica di meritocrazia nel nostro paese.

Ecco un passaggio pregnante: “La connivenza pubblico-privato è fatta di coincidenze di interessi: tu mi porti i voti e io ti accredito. Poi tu fai quello che ti pare, e io nelle mie Asl piazzo i direttori più fedeli, non necessariamente quelli più competenti. Poi annego gli ospedali nella burocrazia, in modo che tutto torni. Sulla carta. Dalla parte del privato accreditato l'obiettivo è invece il profitto, e i medici sono pagati a fatturato. Di conseguenza, la scelta cade quasi sempre sulle prestazioni meglio rimborsate dal Servizio sanitario nazionale. Le liste d'attesa, poi, è meglio se non si snelliscono, così più pazienti sceglieranno di pagare di tasca propria”.

Una fotografia impietosa, da cui si evincono almeno tre aspetti che vanno a mortificare i principi alla base di un ecosistema meritocratico: l'accesso alle pari opportunità per tutti; le competenze alla base delle carriere; l'assegnazione dei posti decisionali in modo equo.

Il primo viene tradito innanzitutto perché l'accesso alla salute diventa un privilegio per pochi, ovvero per coloro che possono permettersi di pagare le strutture private e che sono dotati di assicurazioni (che comunque – è bene sapere - scadono per tutti al compiersi del 75esimo anno di età).

Il secondo principio viene tradito perché le logiche di selezione e avanzamento di carriera non sono basate sulle competenze, ma sulle relazioni e sulla fedeltà. E non vale solo per il personale sanitario, ma, ad esempio, anche per la selezione dei formatori dei futuri medici di famiglia, che dovrebbe basarsi su “fattori come competenze, capacità ed esperienza. Purtroppo, avviene l'esatto contrario”.

Infine, per questa stessa logica e per le citate “coincidenze di interessi”, i posti di potere sono appannaggio di chi favorisce l'accumulazione di profitto, anziché il servizio ai pazienti.

Se poi ci aggiungiamo le sovrapposizioni di cariche che dovrebbero essere incompatibili fra loro e che invece sopravvivono in certi casi per decenni nell'opacità generale - senza che nessuno dica o faccia nulla –, allora si capisce che la situazione non potrebbe essere diversa.

Che dire, infine, dei giovani aspiranti medici, che credono in una delle professioni più nobili e utili all'umanità?

Con una prospettiva del genere, non possiamo certo rammaricarci che cerchino altrove migliore opportunità di lavoro, come accade sempre più spesso in molti settori. Ma, c'è anche un altro aspetto che il Forum della Meritocrazia condivide con le autrici: l'intento e l'approccio propositivo. Partire dalla mappatura dettagliata della realtà è necessario per prendere coscienza di cosa non va e comprendere dove e come intervenire. Poi, però, bisogna agire ed esercitare una cittadinanza attiva, che richiami i policy maker alle loro responsabilità e che abbia il coraggio di condannare socialmente comportamenti lesivi dell'interesse generale, ovvero, di quello che dovrebbe essere il bene comune.

Un invito all’azione

Il Forum della Meritocrazia si batte per promuovere il merito come motore di un Paese più equo e competitivo e ha utilizzato quest’evento per ribadire la necessità di riportare al centro del dibattito pubblico temi che toccano direttamente la vita di ogni cittadino.

"Perché ci lasciamo condizionare dalla paura dell’immigrazione, ma non dai rischi per la nostra salute?", ha provocatoriamente chiesto Ravizza al termine del suo intervento. Una domanda che ha risuonato forte tra i partecipanti, stimolando un dibattito acceso e propositivo.

L’evento ha visto una grande partecipazione di soci e simpatizzanti, confermando l’importanza di creare momenti di confronto su temi chiave per il futuro del Paese.

Anche tu puoi contribuire al riconoscimento del merito