Certificazione di genere: inclusione è meritocrazia

Ospitate da SDA Bocconi nella nuova sede che – tramite la sua architettura è un simbolo di inclusività e sguardo al futuro – martedì 14 giugno Forum della Meritocrazia e PWN Milan hanno raccolto dietro un tavolo, rappresentanti di aziende e istituzioni per iniziare a vedere quello che significa, concretamente, per le aziende, adottare la certificazione di parità di genere.

La Certificazione è stata introdotta ufficialmente con la pubblicazione, da parte dell’Ente Nazionale Italiano di Unificazione, del documento tecnico UNI/PdR 125, 2022 che definisce le linee guida sul sistema di gestione della parità di genere all’interno delle organizzazioni aziendali.

Ha aperto i lavori il video saluto della Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti, che ha sottolineato come l’introduzione della prassi come mezzo per accedere a sgravi fiscali e all’accertamento negli appalti pubblici sia un supporto all’innovazione delle aziende attraverso politiche che sappiano valorizzare il talento delle donne. Il ritardo sulla parità di genere in Italia non è nuovo, ed è stato consolidato dalla pandemia.

Lo confermano i dati presentati dalla Professoressa Paola Profeta, docente di Scienza delle Finanze presso l’Università Bocconi ed esperta di politiche per la promozione dell’uguaglianza di genere. Specialmente rispetto a temi come la retribuzione e la genitorialità emergono differenze strutturali profonde nel trattamento riservato nelle aziende a uomini e donne, rispetto a cui non si può trovare subito a una soluzione definitiva, ma si può pensare a un pacchetto di misure che aiutino a superare il problema: è proprio quello che la certificazione intende fare per accompagnare le aziende a raggiungere la parità.

“La prassi è uno strumento di gestione, è un framework di lavoro che serve alle aziende per monitorarsi e raggiungere progressivamente una piena parità – ha spiegato nel suo intervento Gini Dupasquier, Presidente di PWN Milan nella sua introduzione sulla prassi UNI/PdR 125, 2022 –La prassi individua sei aree per intervenire e migliorare le condizioni di lavoro delle donne. Attraverso la prassi, le aziende potranno anche accedere alla certificazione: in ottica premiale e non sanzionatoria, l’adozione di questo strumento sarà facoltativa e vuole assegnare vantaggi alle aziende che verranno certificate da ente terzo per aver raggiunto gli obiettivi di parità di genere nel modo migliore rispetto al livello del proprio settore. Gli obiettivi sono mobili e sono dinamici, i target si aggiornano in conseguenza ai miglioramenti di ciascun settore, per accompagnare le aziende e forzarle progressivamente al cambiamento.”.

Un cambiamento quanto mai urgente. “La parità di genere è una delle condizioni fondamentali di un ecosistema meritocratico, improntato all’equità e all’inclusione, per uno sviluppo economico che sia anche progresso sociale, perché non possiamo parlare di meritocrazia senza uguaglianza di accesso alle opportunità. La certificazione di parità di genere, che si inserisce nel Piano strategico nazionale per le Pari Opportunità, offre uno strumento di misurazione sulla base del quale avviare un percorso di emersione e valorizzazione dei talenti e delle competenze delle donne, a vantaggio di un’economia in cui il capitale umano è l’asset strategico principale e in cui l’innovazione è sempre più frutto del potenziale creativo di tutti” sottolinea Maria Cristina Origlia, Presidente del Forum della Meritocrazia, che ha moderato una tavola rotonda a cui hanno partecipato top manager rappresentanti dell’ecosistema di imprese italiane, riunendo grandi e PMI: Lara Botta, VP Botta Eco packaging, Paola Corna Pellegrini, presidente di AICEO e CEO Allianz Partners, Fabrizio Gavelli, Presidente e AD Danone Italia, Donato Iacovone, Presidente WeBuild, Laura Rocchitelli, CEO ROLD. Nella conversazione, è stato ribadito come l’inclusione dei talenti femminili all’interno delle imprese sia un passo necessario per la valorizzazione dei migliori talenti e, dunque, per la crescita del business, a tutti i livelli: considerare solo metà delle persone significherebbe privarsi della metà dei talenti migliori, oltre che commettere un’ingiustizia. La sfida, ora, è accompagnare tutte le imprese e tutte le persone in un cambiamento culturale che tenga conto di questo tipo di considerazioni e principi, ed è in questo che l’azione della prassi potrà essere uno strumento strategico per tutte le aziende.

I lavori sono stati chiusi dall’intervento di Alessia Cappello, Assessora allo sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, portando sul tavolo la prospettiva del primo ente pubblico italiano che ha scelto di adottare la prassi all’interno del Patto per il Lavoro 2022, siglato con sindacati, istituzioni locali e associazioni commerciali del territorio: il Comune di Milano è la prima città a dare una premialità alle aziende che hanno certificazione di genere in tutti i bandi di gara pubblici.

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