ROMA- In una Sicilia dove la sanità arranca si nasconde il meglio della cardiologia interventistica, branca super specialistica che serve a riparare con cateteri le strutture interne del cuore colpito da malattie alle coronarie o causate da valvole che mal funzionano. È il centro diretto a Catania dal professor Corrado Tamburino, un medico universitario che non ha niente del barone e ragiona all’americana. «Da me, via le primedonne», indica idealmente la porta con un gesto. «Tantomeno voglio esserlo io, qui operano tutti. No a gelosie tra i miei allievi e per fortuna non attecchiscono. Provengo da un’impostazione vecchio stile e mi batto per risparmiarla a chi lavora con me».

 

Leale competizione

 

Il professore descrive un ambiente idilliaco, di leale competizione dove vale soltanto il principio della meritocrazia liberale, dove tutti sono allineati al nastro di partenza e chi va più veloce vince. Racconta i suoi inizi costellati di difficoltà, ostacoli e sacrifici. Così appena ha avuto gli strumenti per decidere alla sua maniera, ha agito all’incontrario: «Quello che ho patito io non devono patirlo gli altri», racconta il professor Tamburino, «metto a disposizione della squadra tutto il mio sapere in modo che imparino presto tutto quello che so fare e alla fine del percorso formativo sappiano operare meglio di me».

 

Eccellenze in cardiologia

 

I suoi ragazzi, dice, sono «top gun», eccellenze della cardiologia richiesti da varie scuole internazionali. E quasi sempre, dopo il volo di ricognizione, i super piloti tornano nella loro Sicilia. Cita tra i tanti Sergio Buccheri, 30 anni, di Ragusa, oggi accalappiato dalla Svezia, Marco Barbanti, prestato a Vancouver per un anno, tornato all’ovile e subito adocchiato da Berna. In squadra ci sono Davide Capodanno, rientrato dagli Usa, corteggiato da Zurigo, e Piera Capranzano, originaria di un paesino dell’ennese, specialista di terapie antitrombotiche, «esportata» a Jacksonville in Florida. Eppoi tanti allievi di estrazione ospedaliera, diventati stretti collaboratori e punte della cardiologia interventistica. Chiede di citarli tutti perché nessuno si senta messo indietro: Carmelo Grasso, Carmelo Sgroi, Marilena Di Salvo, Bruno Francaviglia. Infine i colonizzatori di vari centri siciliani, come Sebastiano Immè, che a soli 33 anni è il responsabile del programma di cardiologia strutturale del Centro Cuore Morgagni di Pedara, vicino a Catania, un’attività di primo livello.

 

Il futuro

 

Catanese da generazioni («e non mi muovo»), 60 anni, Tamburino è diventato professore ordinario a un’età record, 41 anni. Tre anni dopo era primario oltre che il capodipartimento più giovane d’Italia. Adesso già pensa alla sua exit strategy, non imminente ma inesorabile, da uno dei centri italiani più conosciuti nel mondo, innovativo anche dal punto di vista della location. La cittadella del cuore è all’interno del Cast (Centro alte specialità e trapianti) del Policlinico Universitario. Uno dei primi in Europa, pochi concorrenti in Italia, con otto sale di emodinamica, aritmologia e vascolare. Parlano i numeri: 3 mila ricoveri all’anno, 200 impianti di valvole aortiche, circa 80 di valvole mitraliche. Nella hall la mostra permanente di artisti siciliani, per rivendicare il primato di questa terra affascinante capace di sfornare eccellenze.

 

di Margherita De Bac – Il Corriere della Sera